venerdì 30 luglio 2010

Direzione: SUD EST - Borneo Project in solitaria

8 mesi fa, in un'insignificante giornata di gennaio, ho acquistato un biglietto aereo per Kuala Lumpur, Malaysia. Il perchè io l'abbia fatto, sinceramente, non lo so.
Ero sul divano, in pigiama; potevo forse digitare su ebay "Betsey Johnson" e sedare così il mio bisogno di dilapidare il conto corrente, ma la mia non era affatto voglia di shopping compulsivo.
Per fortuna/purtroppo, era molto di più.
Trattasi di un fremito che corre sotto ai piedi, un prurito lento e costante che si placa solo nel momento in cui il boeing inizia a sollevarsi dalla pista.
Quel giorno, al malefico fremito è stato dato un nome e una collocazione spazio temporale: Borneo Project, agosto 2010.
Alcuni amici mi aiutano a stendere l'itinerario, dandomi consigli circa le tempistiche e i punti più belli da visitare. Il planning di viaggio comincia a riempirsi di nomi esotici, quasi impronunciabili, mentre le fotografie di chi è già stato laggiù mi riempiono gli occhi: foreste antichissime, grotte, popoli tribali, fiumi e sentieri, templi, palazzi di cristallo.
Pianifico un tour in Kuala Lumpur, e poi il trasferimento nel Sarawak, il cuore del Borneo Malese. Trekking nei parchi nazionali e poi via nella regione del Batang Ai, per conoscere le popolazioni iban. Qualche giorno sul fiume insieme a loro e poi di nuovo in città, un altro aereo e poi un viaggio in bus che dura tutta una notte. Si approda sul Mar della Cina, in un parco marino tra i più belli del mondo: Perhentian Island.
Lentamente il progetto assume consistenza, è sempre più reale, sempre più vicino.
Stavolta, a differenza degli anni scorsi, viaggio sola.
Non è stata una scelta spirituale o chissà che, bensì una circostanza casuale.
In questi mesi mi sono chiesta spesso se questo viaggio fosse opportuno o no, e se ne fossi veramente all'altezza. In un paio di occasioni, forse un pò scoraggiata da chi non approvava il mio viaggio in solitaria, sono stata sul punto di abbandonare. "Tutto sommato," mi sono detta "non devo dimostrare nulla a nessuno."
Eppure non era quello il punto, semplicemente serviva molto più coraggio a rinunciare ad un'esperienza di vita così intensa, piuttosto che partire sola.
Tuttora trovo pochi consensi al mio progetto. La maggior parte di amici e conoscenti mi guarda smarrita e perplessa mentre racconto l'itinerario del mio viaggio, per poi cambiare discorso con un sorriso imbarazzato, quasi facendomi una cortesia.
Io sorrido di rimando, accarezzando il mio progetto per l'ennesima volta.


Mancano pochi, pochissimi giorni alla partenza.
Biglietti aerei, voucher, prenotazioni, contatti. Tutto è pronto.
Aspetto di sentire l'aereo staccarsi dalla pista; solo allora il mio inseparabile fremito avrà trovato requie.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, che fantastico viaggio hai organizzato .... complimenti e un bacione Wanda

Max ha detto...

Ciao Maffina !
Non ti curar dei commenti della gente sul tuo progetto. E' tutta invidia perchè loro non ne sono capaci, non se la sentono. Invidiano la tua capacità di affrontare un viaggo così da sola.
Sei una grande. Continua così !
Buona strada.

Max

Evelyn ha detto...

Questo rispolvero ci voleva.. adoravo questo blog anche quando non scrivevi; non abbandonarlo di nuovo!!
Parti e goditi questo viaggio, io lo approvo proprio perchè sarai sola. Vai e torna piena di racconti.

Evelyn ha detto...

"Sé stessi, questa è la grande questione del viaggio. Sé stessi, e nient’altro. O così poco. Una quantità di pretesti, di occasioni e di giustificazioni, certo, ma, di fatto, ci si mette in cammino spinti soltanto dal desiderio di partire incontro a sé stessi nel disegno, molto ipotetico, di ritrovarsi, se non di trovarsi. Lo stesso giro del mondo non sempre è sufficiente a raggiungere questo faccia a faccia. A volte, nemmeno un’intera esistenza."

Michel Onofray- Filosofia del viaggio

Luisa ha detto...

Maffi, ciao e grazie della visita per prima cosa.
Fare viaggi così non è cosa comune fra noi italiani. Per questo, penso che sia normale che in pochi ti capiscano e ti approvino. Succede quasi sempre anche a me. Quando si arriva là, però, ci si rendi conto che il mondo si muove e viaggia, conosce e fa esperienze, mentre noi, noi piccoli italiani, siamo attaccati ai villaggi turistici e alle paure di prendersi batteri e virus terribili.
Invece viaggiare così, con un itinerario di massima e niente più, andare a trovare popolazioni sperdute, camminare ore nella giungla per vedere un orango, cercare di comunicare con gli abitanti e imparare ad apprezzarli e conoscerli, per quanto si può, è una di quelle cose che ti aprono la mente e il cuore come nulla può fare. L'Asia, sono sicura, ti affascinerà e ti conquisterà. La Malaysia non è più tanto selvaggia, anzi... ma li Borneo sì. Goditelo e buon Viaggio.

Carmine ha detto...

buon viaggio e attendo impaziente il reportage del ritorno